Autore: Giulio Romano e aiuti (scuola)
- Datazione: 1531-1534
- Collocazione: Loggia di Davide
- Tecnica: affresco
- Iconografia: Veterotestamentaria, Storie di Davide
- Soggetto iconografico: Davide e Golia: Davide è un personaggio Biblico dell'Antico Testamento. Secondo Re d’Israele, visse nella prima metà del X secolo a.C. La descrizione che ne fa la Bibbia è quella di un personaggio dal carattere complesso, capace di grandi crudeltà e generosità, dotato di spregiudicatezza politica e umana ma al tempo stesso in grado di riconoscere i propri limiti ed errori. L'episodio più famoso della sua vita è quello dello scontro con Golia, il gigante filisteo che terrorizzava gli ebrei, sfidandoli. Il giovane Davide, giunto nell’accampamento di Israele per portare vettovaglie ai suoi fratelli maggiori, assiste a questa provocazione quotidiana con ingenuità e fervore e un giorno decide di presentarsi al re di Israele, Saul, dichiarandosi pronto al duello con il Gigante. Quando il Re gli accorda il permesso di sfidarlo, egli con l’astuzia vince la forza di Golia tramortendolo con un sasso lanciato dalla fionda, poi gli sottrae la spada con la quale dapprima lo trafigge, e infine lo decapita. Il valore esemplare di questo episodio riguarda un contenuto eroico quanto mai caro alla Bibbia, tra debolezza sostenuta dalla fede e forza legata all’arroganza e alla violenza. Inoltre, alle tre armi del filisteo - spada, lancia, asta - Davide contrappone il nome di Dio coi suoi due titoli più antichi, «Signore degli eserciti», «Dio delle schiere di Israele». Da quel momento il duello è tra il Signore, che si erge alle spalle di Davide, e la protervia umana.
Descrizione della morfologia del rilievo
Il rilievo è la traduzione fedele dell’affresco e richiede un’attenta distinzione tra la posizione contorta assunta da Golia, rappresentato bocconi, a terra, in forte scorcio prospettico, e quella di Davide, che lo sovrasta prepotentemente e puntando il ginocchio destro sulla schiena del Gigante, brandisce la sua spada allo scopo di calarla per decapitarlo. Si consiglia una lettura bimanuale sincronica che in una prima fase permetta l’identificazione dei protagonisti, nella relazione dinamica e violenta che li caratterizza. A seguire si propone la lettura dello sfondo roccioso e dei personaggi che si collocano a sinistra, in basso.
Descrizione della scena
L’affresco presenta aspetti quasi grotteschi. Davide si colloca al centro della composizione inscritta nella lunetta che sovrasta l’ingresso sul lato nord della loggia, all’uscita dalla Camera delle Aquile. L’eroe biblico è rappresentato come un giovane prestante e vigoroso, dai capelli lunghi e biondi, risoluto nel dare la morte a Golia. Chinato, con la mano destra sollevata, impugna la spada macchiata di sangue e sottratta a Golia, col la quale lo ha già trafitto, mentre con la sinistra afferra i capelli del gigante che giace a terra, bocconi, rappresentato nell’atto di portarsi la mano sinistra alla fronte precedentemente colpita dal sasso scagliato dalla fionda di Davide. La fionda giace abbandonata a terra in prossimità della mano destra di Golia che si puntella al suolo e si ha quasi l’impressione che il Gigante voglia rialzarsi facendo forza sull’avambraccio. Il tentativo viene smorzato dall’eroe biblico il quale chinandosi su Golia preme il ginocchio destro contro la schiena dell’antagonista per immobilizzarlo, mentre con la gamba sinistra si erge, incombendo sul Gigante. Il mantello agitato dal vento cinge il corpo definito e muscoloso dell’eroe, mentre Golia è rappresentato con l’armatura argentea, di ferro, sormontata da un manto azzurro. Del gigante sono visibili, a destra, le gambe abbandonate al suolo e i piedi calzati da sandali; la scena si staglia su uno sfondo roccioso, mentre a sinistra, in basso, si intravedono tre personaggi, forse filistei, secondo una descrizione letterale del racconto biblico, che assistono alla lotta.
Valori stilistici e cromatici
Stilisticamente la pittura di Rinaldo Mantovano presenta caratteri di evidente creatività e spirito grottesco. L’iconografia, che in tante altre celebri rappresentazioni rinascimentali è carica di pathos, qui subisce una sdrammatizzazione imposta dall’ironia quasi irriverente dell’artista che interpreta il linguaggio visionario di Giulio Romano, senza snaturarne i caratteri espressionistici, carichi di fisicità. La scena partecipa quindi di un tono non aulico, quasi aneddotico. Dall’accentuazione della resa anatomica di Davide e dalla rappresentazione della reazione di Golia, forse improbabile, emerge l’invenzione manierista. I colori usati per questo affresco sono vivaci, anche se oggi meno definiti che in origine. L’incarnato di Davide è più chiaro di quello di Golia e lo sfondo, dal colore neutro, fa risaltare le cromie riservate alla definizione delle vesti dei due antagonisti.
Autore della scheda
Loretta Secchi, Curatrice del Museo Tattile di Pittura antica e moderna “Anteros” dell’Istituto dei Ciechi F. Cavazza - Bologna