Il vasto ambiente che accoglie la sezione espositiva dedicata alla pittura a Mantova tra ‘400 e ‘500 fu ricavato nella seconda metà del XVII secolo riducendo con un solaio l’altezza della sottostante Sala dei Trionfi e rialzando il tetto a capriate lignee al fine di ricavare un secondo piano che venne poi diviso in diversi ambienti più piccoli a loro volta affrescati con vedute di paesaggio ed elementi vegetali.
Il tema della piccola, ma significativa raccolta di dipinti qui esposti, resta il racconto della città di Mantova nel pieno Rinascimento: un racconto per frammenti, ma che bene si ricollega al disegno coerente di una città che trova le proprie radici nella cultura umanistica e nel sistematico richiamarsi e trarre ispirazione dalla tradizione classica più colta. Le opere esposte rispecchiano dunque assai fedelmente l’immagine della città rinascimentale, con le nelle sue strade caratterizzate dai palazzi dalle facciate decorate e affrescate, con le sue chiese arricchite di opere devozionali legate sia alla committenza dei Gonzaga che a quella privata, con i suoi palazzi ricchi di decorazioni classicheggianti.
Vero spiritus rector del rinnovamento rinascimentale di Mantova è sicuramente Andrea Mantegna (1413-1506) che lascia una impronta, ancor oggi indelebile, nell’immaginario figurativo della cultura artistica mantovana, grazie anche ad una numerosa schiera di allievi. Tuttavia non mancano opere che offrono una testimonianza importante della presenza nel panorama artistico mantovano anche di altre e diverse influenze provenienti soprattutto dalle vicine aree lombardo-veneta ed emiliana. Si tratta soprattutto di dipinti devozionali su tavola e su tela, legati tanto ad una committenza pubblica, spesso gonzaghesca, quanto ad una committenza privata.