La camera era destinata ad accogliere gli ospiti del marchese e come tutti gli ambienti del piano terreno, fungeva da ambiente di rappresentanza. Le decorazioni purtroppo sono state in gran parte distrutte da un uso improprio dell’ambiente nel corso dei secoli. La camera reca ancora traccia di uno schema decorativo ricorrente in tutte le camere del palazzo ad esclusione della loggia e della grande sala al piano nobile. Al centro della volta a padiglione campeggiava infatti un’impresa (cioè un’immagine emblematica che, accompagnata ad un motto, ricordava un momento significativo della vita del signore che la creava) chiusa in una cornice circolare; l’impresa si ripeteva poi, alternata ad altre, nelle lunette che coronavano le pareti.
L’impresa, ora appena visibile, che dà il nome alla camera è quella del porcospino, dedicata al re di Francia Luigi XII che aveva adottato l’impresa dell’istrice coronato con il motto “COMINUS ET EMINUS” per dimostrare di sapersi difendere da vicino come da lontano: come l’istrice appunto che punge chi lo infastidisce da vicino, ma che sa anche lanciare lontano le sue spine.