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Sala dei Trionfi - Veduta d'insieme
Sala dei Trionfi - Ricostruzione virtuale

Il vasto vano rettangolare, lungo oltre trenta metri, è stato diviso alla metà del Seicento da un solaio che ha permesso la creazione di un secondo piano. In origine la grande sala si alzava invece per oltre sette metri, ricevendo luce solo dal lato nord dove di aprivano nove ampie finestre. L’ambiente era stato pensato come luogo di prestigio con funzioni di rappresentanza: il marchese l’aveva voluta per esporre le nove grandi tele coi Trionfi di Cesare del Mantegna, ordinate a gruppi di tre lungo la parete sud ed appese a circa due metri e mezzo d’altezza. La parte bassa delle pareti, priva di decorazioni, presentava, come era uso nel Rinascimento, una copertura in legno, forse con sedili. Sui lati corti la decorazione della sala, fortemente influenzata dal gusto mantegnesco, come del resto tutta l’impianto decorativo di San Sebastiano, venne completata da due dipinti di Lorenzo Costa: del primo, disperso, il Vasari racconta che raffigurava il sacrificio a Ercole e che presentava il ritratto di Francesco e dei suoi tre figli; il secondo, firmato e databile al 1522, si trova oggi nella Galleria Nazionale di Praga e descrive la nomina del duca Federico a comandante generale delle forze papali. La sala era coperta da un ricchissimo soffitto scandito dal motivo del crogiolo in legno dorato (ora conservato in Palazzo Ducale). L’ambiente era destinato ad ospitare cene, in occasione di ricorrenze o per onorare illustri ospiti. Qui nel 1585, alla presenza dell’intera corte, San Luigi Gonzaga rinunciò formalmente ai diritti di primogenitura in favore del fratello Rodolfo.
Ai lati della sala vi erano altri ambienti disposti simmetricamente destinati al soggiorno del marchese.