Contenuto principale

Messaggio di avviso

Questo sito usa i cookie di terze parti per migliorare i servizi e analizzare il traffico. Per maggiori informazioni visita la pagina sull'utilizzo dei cookies in questo sito. Navigando nel sito accetti l'uso dei cookie. We use cookies to ensure that we give you the best experience on our website. Read our Privacy for more information or close this message and accept terms of use.

giulio romano firma

Il Palazo dil T

“Et giunto sua M [aestà Carlo V Imperatore] al Palazo dil T se n’andò nel Camarone [Camera di Amore e Psiche ], et visto quello, sua M [aestà] restò tutta meravigliosa, et ivi stette più di mezz’hora a contemplare, ogni cosa laudando sommamente.”                                                                                                

                                                                                                                    (Luigi Gonzaga da Borgoforte, sec. XVI)

 

 

Itinerario di visita: sale monumentali

Itinerario di visita
Sale monumentali

Itinerario al Museo

Itinerario di visita
Museo

Restauri

Restauri

Valorizzazione e Innovazione

Valorizzazione
e Innovazione

Particolare Pianta Bertazzolo 1628
Palazzo Te - Facciata ovest
Palazzo Te - Veduta aerea

Mantova era anticamente circondata da quattro laghi formati dal corso del fiume Mincio; poco distante dall'isola su cui sorse la città si trovava un'altra isola denominata sin dal medioevo Teieto (poi abbreviato in Te) collegata con un ponte alle mura meridionali della città. Due sono le ipotesi più attendibili sul significato del termine Teieto: esso potrebbe derivare da tiglieto, località di tigli, oppure essere collegato a tegia, dal latino attegia, che significa capanna.

L'isola, che possiamo immaginare verdeggiante e tranquilla, divenne ben presto luogo di svago per la famiglia Gonzaga; numerosi sono i documenti che attestano già dalla metà del Quattrocento l'uso di questo contesto naturale.

Agli inizi del 1500 Francesco II Gonzaga, marito di Isabella d'Este, vi fece costruire stalle per gli amati cavalli di razza e anche una casa padronale.

Rimangono infatti tracce di un edificio di pregio con pitture murali nei sottotetti dell'attuale palazzo.
Un affresco reca la data 1502 e le iniziali del committente.