Impresa della Salamandra - Autore: Agostino da Mozzanica e decoratori
- Datazione: 1527- 1528
- Collocazione: Camera delle Imprese (camino e fregio sulla parete sud: il bassorilievo riporta la salamandra posta, in forma di decorazione plastica, sul camino)
- Tecnica: Sul camino, decorazione plastica – Sulla parete, affresco
Impresa del Guanto - Autore: Agostino da Mozzanica e decoratori
- Datazione: 1527- 1528
- Collocazione: Camera delle Imprese (parete ovest)
- Descrizione delle Imprese e loro iconografia: Le imprese sono emblemi costituiti da un corpo, che corrisponde all’immagine, e da un’anima, che corrisponde al motto, e rimandano ad un significato simbolico partendo da un contenuto allegorico. Le imprese possono alludere a valori, vicende storiche o segreti amorosi. Esaminiamo ora due imprese della famiglia Gonzaga, molto note: l’Impresa della Salamandra e l’Impresa del Guanto, quasi certamente opera di Agostino da Mozzanica, che furono realizzate tra il 1527 e il 1528, situate entrambe nella Camera che da esse prende il nome. L’impresa della Salamandra, simbolo personale di Federico II, che ricorre in più occasioni nelle decorazioni del Palazzo, qui compare sia sul camino che sul fregio della parete sud, dove è accompagnata dal motto latino “Quod huic deest me torquet” ovvero “ciò che manca a costei tormenta me”. La capacità di questo animale di resistere al fuoco veniva interpretata come resistenza al fuoco d’amore, ed era proprio questa dote che mancava al Duca. Federico Gonzaga scelse l’arguto motto come allusione al proprio temperamento sensuale, e in riferimento all’amore passionale che lo legava alla sua favorita, Isabella Boschetti. L’impresa del Guanto è la quinta, da sinistra a destra, sulla parete ovest della camera. In questa impresa il “corpo” è rappresentato da un guanto di ferro da armatura, mentre l’”anima”, cioè il motto è rappresentato dalla frase: Buena fe no es mudable, che tradotta recita La fede buona non è mutevole. Il senso che ne deriva, inequivocabile, allude al principio di Fedeltà.
Descrizione della morfologia del rilievo
Il bassorilievo riporta, volutamente accostate, le due imprese sopra citate: la prima, quella della Salamandra, riprodotta in modo conforme all’originale; la seconda, quella del Guanto, in traduzione tridimensionale, ed entrambe nel rispetto della loro natura allegorica, didascalica e illustrativa. I rispettivi motti non compaiono sui cartigli di cui è però possibile percepire la foggia a nastro. Si consiglia una lettura bimanuale che permetta di leggere la direzione del movimento della Salamandra, da sinistra a destra, e la posizione verticale del Guanto corazzato, che presenta alla sommità due uncini metallici indispensabili per l’aggancio all’armatura.
Autore della scheda
Loretta Secchi, Curatrice del Museo Tattile di Pittura antica e moderna “Anteros” dell’Istituto dei Ciechi F. Cavazza - Bologna